Per quanto riguarda il Pozzo dei Colombi (n. 227 VG) il team formato da Marc Douchet, Christian Moré e Michel Philips, è sceso in acqua arrivano fino alla sommità del cono detritico. A questo punto gli speleosub si sono rivolti in direzione nord scendendo per una quarantina di metri fino ad arrivare ad una specie di salto, dove era evidente un flusso di acqua in arrivo: si tratta quasi sicuramente della finestra trovata agli inizi degli anni novanta che conduce alla grande galleria/collettore da cui proviene una grande quantità d'acqua e che scende fino alla profondità di 82 m. Un buon inizio, visto che nella prima giornata di immersione è stata finalmente trovata la prosecuzione giusta per arrivare al ramo da esplorare. Ricordiamo che negli anni passati questo punto non era mai stato raggiunto a causa della totale mancanza di visibilità (nel 2013) e della forza della corrente (nel 2014). Da segnalare che quest'anno la visibilità raggiunge, in alcuni punti, anche i 2 m.
Nell'Abisso di Trebiciano (n. 17 VG), invece, la squadra formata da Jeremie Prieur-Drevon, Maxence Fouilleul e Brice Masi si è immersa, ha facilmente raggiunto il punto terminale del lago Boegan e l'inizio della galleria esplorata negli anni precedenti e, dividendosi, ha avviato l'esplorazione delle varie pareti, cosa non ancora fatta nel passato. Lungo la parete di destra, finalmente localizzata, è stato trovato un punto che potrebbe potare a nuovi interessanti sviluppi, vista la corrente d'acqua presente solo in quella posizione. Tutto il percorso è stato opportunamente sagolato.
Considerando le varie difficoltà riscontrate negli anni passati, si tratta sicuramente di un buon inizio.
Domani le immersioni continuano.
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| Marc Douchet in uscita dal Pozzo dei Colombi (Foto P. Guglia) |
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| Christian Moré (Kiki) in uscita dal Pozzo dei Colombi (Foto P. Guglia) |
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| Michel Philips in uscita dal Pozzo dei Colombi (Foto P. Guglia) |
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| Jeremie Prieur-Drevon si prepara all'immersio nell'Abisso di Trebiciano (Foto A. Maizan) |
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